La grande storia dei Caffè Centesi – parte III

[parte terza]
Concludiamo la lunga storia dei Caffè centesi con i tre esercizi che aprirono i battenti nel corso del Novecento.

CAFÈ DLA BARTÒCA
Nei primi anni del ‘900 la chiusura del passaggio pedonale tra il corso Guercino e lo chalet interno del Caffè Grande permise di ricavare un nuovo locale, in cui aprì l’attività il Cafè dla Bartòca, così chiamato perché gestito da Maria Bertocchi (e dal marito Didimo Govoni). Essendo frequentato da molti giovani (che non avevano ancora il permesso di accedere né al Caffè Italia né al Caffè Grande), il locale era anche chiamato Caffè degli studenti. Dopo la guerra, con il passaggio della conduzione a Norma Resca, il Caffè cambiò la denominazione in Bar Resca. Negli anni ’60 passò poi in gestione alla famiglia Geminiani, che lo denominò Bar Trieste. Dopo una breve parentesi gestionale del ferrarese Mino Schincaglia (coadiuvato dalla moglie), negli anni ’80 il Bar Trieste fu rilevato da Franco Riva e dalla moglie Adriana, il cui figlio Roberto gestisce il bar tuttora.

CAFÈ DAL RANÒC
Al piano terra del Palazzo comunale, dirimpetto al Cafè dla Bartòca, nel 1924 aprì i battenti il Cafè dal Ranòc, gestito da Alfredo Balboni (detto “al Ranòc”, cioè “il Ranocchio”), al quale nel 1940 subentrarono la figlia Anita con il marito Armando Borsari. Nei due giorni settimanali di mercato (giovedì e domenica) l’esercizio era molto frequentato da agricoltori, allevatori e mediatori, che lo utilizzavano come punto di ritrovo per le loro operazioni commerciali. Dopo la chiusura dell’attività di caffè, alla fine degli anni ’60, i locali furono adibiti a Sala contrattazioni.

CAFFÈ CENTRALE
Nel 1954 Attilio Maccaferri (che già gestiva il cinema Roma di via Baruffaldi) inaugurò anche un cinema all’aperto con l’accesso da via Provenzali. Nel 1957 Maccaferri rilevò anche l’attività del Cafè dél dòu pép, che era situato tra la via Provenzali ed il cinema all’aperto e che era costituito da un bar cosiddetto di passaggio e da una saletta da tè interna. A seguito della cessazione dell’attività del Caffè Grande di via Matteotti, il Cafè dél dòupép fu ampliato dal vulcanico Maccaferri con l’aggiunta di una sala per il gioco delle carte ed un ampio salone con otto biliardi. Il nuovo vasto esercizio, che prese il nome di Bar Centrale, fu l’ultimo grande caffè centese e, insieme con il cinema all’aperto, costituì una grande area cittadina dedicata al tempo libero. Nel 1970 il Bar Centrale cessò l’attività e l’immobile fu preso in affitto da una catena di grandi magazzini.
Adriano Orlandini

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