QUELLA MANCATA TELEFONATA CON ENZO FERRARI…

Il ricordo di un campione centese del volante: Dino Govoni
Odoardo “Dino” Govoni nacque il 31 luglio 1931 a XII Morelli da Elvira Rizzoli e Luigi “Gigetto” Govoni, noto industriale della carne, molto amato dalla gente per le sue tante attività filantropiche.
Dopo una giovinezza passata nell’agiatezza e facendo la “bella vita” (per breve tempo fu anche fidanzato con la nota cantante della Rai Nella Colombo), Dino iniziò a correre a metà degli anni ’50 con una tranquilla Fiat 1100TV e dimostrò subito una stoffa non comune. Ma quasi subito passò all’Alfa Romeo Giulietta Sprint, l’auto sportiva dei giovani piloti emergenti, confermando nel 1956 tutto il suo potenziale con la vittoria nella classe Turismo speciale nella gara in salita Coppa della Consuma da Pontassieve al Passo della Consuma (gara che poi l’avrebbe visto vincitore assoluto per ben tre volte).
Ma gli serviva un’auto ancora più potente e così Dino decise per la prima volta di correre come pilota privato con un’auto Maserati. Acquistò una A6GCS a sei cilindri che non era nuovissima, ma sufficientemente performante per fargli vincere varie cronoscalate e portare a termine l’ultima edizione della 1000 Miglia nel 1957 (quella in cui perse tragicamente la vita Alfonso De Portago).
Con la A6GCS alla fine del 1957 Dino fece la sua prima gara in pista, in occasione dell’inaugurazione dell’autodromo romano di Vallelunga, dove, senza una scuderia ufficiale al seguito, riuscì a battere il più famoso ed esperto Luigi Musso, della squadra ufficiale della OSCA.
Le vittorie non mancavano di certo, ma la concorrenza si faceva sempre più agguerrita, per cui serviva un nuovo bolide da sostituire alla A6GCS. E così nella primavera del 1958 Dino si rivolse ancora alla Maserati per avere una Tipo 60 Birdcage, auto che era già stata guidata da Stirling Moss, ma su cui la Maserati non aveva intenzione di investire. Il comm. Adolfo Orsi, il patron della Maserati, tergiversò a lungo ma finalmente, ad appena 36 ore dalla gara, si decise ad affidargli la Birdcage, che Dino portò alla vittoria nella gara Pontedecimo-Passo dei Giovi, sbaragliando anche le Ferrari, così come sarebbe avvenuto anche nelle due edizioni successive.
Un successo che lasciò tutti sorpresi e rese Dino ancora più famoso di quanto non fosse già, facendolo comparire più volte nei cinegiornali della “Settimana INCOM”.
Era ormai arrivato il momento dell’incontro con Enzo Ferrari, che lo avrebbe desiderato nel campionato europeo come primo pilota della “Dino”, la prima Ferrari a motore posteriore che portava il nome del figlio defunto: dopo un pranzo al ristorante “Cavallino” di Maranello, patrocinato dal grande giornalista Severo Boschi, carissimo amico di Ferrari, i due si lasciarono con l’intenzione di sentirsi di lì a poco.
Finalmente arrivò la tanto attesa telefonata, al telefono fisso presso l’attività di famiglia; un impiegato rispose e corse concitato al secondo piano: “Signor Dino, c’è Ferrari al telefono!”. Dino era in bagno e rispose frettolosamente: ‘Bene, digli che aspetti un attimo’. Ma il Drake, famoso per il suo caratteraccio, non volle aspettare e, dopo aver riagganciato il telefono, avrebbe detto stizzito “Con noi Govoni ha chiuso!”. E Dino non si perdonò mai quell’errore…
Ma, dato che la vita comunque continua, Dino subito dopo quella maledetta telefonata mancata accettò l’invito del grande campione Juan Manuel Fangio a partecipare alla “Temporada Argentina” del 1962 su una Lotus. Ma la nostalgia di casa lo fece ritornare in Italia poco dopo.
Dopo il ritiro dalle competizioni della Maserati, corse vittoriosamente con la Fiat Abarth, ma a metà degli anni ’60 stava per lasciare le corse. Fortunatamente l’incontro con la “Pantera” del costruttore italo-argentino Alejandro De Tomaso lo fece ricredere. Con la grintosa “Pantera”, che però dava i suoi migliori risultati in pista, Dino continuò la sua lunga serie di vittorie, incrementate anche grazie all’acquisto di una Porsche 911 ST preparata per le corse.
Dopo aver partecipato anche ai campionati europeo e mondiale marche con la Lancia LC1, Dino diede l’addio alle corse come pilota professionista nel 1982, con la partecipazione alla 1000 km. di Monza alla guida di una Ferrari 512 BB Le Mans.
Odoardo Govoni è stato considerato a lungo il miglior pilota italiano nelle gare in salita, avendo vinto tre campionati italiani (1960, 1961, 1962) ed una Targa Florio. In oltre 25 anni di prestigiosa carriera Dino partecipò ad oltre 300 corse, cogliendo un centinaio di vittorie, tra cui la Bologna-Raticosa, la Bologna-San Luca, la Trieste-Opicina, la Frascati-Rocca di Papa, la Catania-Etna e la Predappio-Rocca delle Caminate. Vinse anche un campionato europeo, tre campionati italiani di velocità su pista ed il Giro d’Italia del 1974 su Porsche (primo nella sua categoria e terzo assoluto).
Dopo una vita serenamente passata con la moglie Laila, la figlia Giulia ed i nipoti, Dino a 90 anni è morto il 18 aprile, lasciando in noi il rimpianto che la sua grande personalità sportiva ed umana non abbia ricevuto, lui vivente, la dovuta valorizzazione.
Adriano Orlandini

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