Tardo Medioevo e Rinascimento

Risale al 1378 l’edificazione della Rocca da parte del comune di Bologna, affinché i centesi non promuovessero alcun male assieme ai vicini; la Rocca infatti nasce come fortilizio con funzioni repressive anche nei confronti degli abitanti stessi. Nel corso dei secoli subisce radicali modifiche ed ampliamenti, assumendo prevalentemente la connotazione di carcere, conservata sino al 1969. Durante le numerose guerre che si combattono nel quattrocento tra il comune di Bologna e i cardinali legati, Cento diviene proprietà ora del vescovo, ora del comune, ora dei Visconti. Grande cambiamento avviene nel 1502 a seguito del matrimonio fra Alfonso I d’Este e Lucrezia Borgia. Cento e Pieve sono sottratte alla signoria del vescovo di Bologna e portate in dote da Lucrezia alla Casa d’Este. Tuttavia, le lotte per la supremazia sul centopievese non cessano: dopo la morte di Alessandro VI (padre di Lucrezia Borgia) sale al soglio pontificio nel 1503 il suo acerrimo nemico cardinale Giuliano Della Rovere (Giulio II); il nuovo papa occupa le nostre terre, restituite poi agli Estensi solo alla sua morte nel 1513. La seconda metà del secolo è segnata da lotte sociali e da diverse rotte del Reno che causano gravi allagamenti nel paese e nelle campagne, con conseguenti carestie. In questi anni Cento assume anche rilievo dal punto di vista culturale; nel 1543 Alberto Accarisio, con l’aiuto di un tipografo itinerante, stampa presso la propria abitazione, nell’attuale corso Guercino, il primo vocabolario della lingua volgare. Dopo nemmeno un secolo di dominio estense, nel 1598 la nostra comunità ritorna alla Santa sede. Il ‘600 è un secolo di guerre, epidemie e carestie. La popolazione è stremata dai conflitti bellici, a cui si aggiunge, nell’estate del 1630, la terribile peste; solo nel 1631 Cento per la di Dio grazia rimase libera dalle soldatesche e dalla peste.

Ultime notizie